Carige: banche fredde, Fitd valuta una proroga (MF)
July 15 2021 - 2:37AM
MF Dow Jones (Italian)
Non c'è solo il Montepaschi tra le partite incagliate del
consolidamento bancario italiano. Se il Tesoro non ha ancora
trovato una exit strategy per disimpegnarsi dall'istituto senese,
anche il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi sembra trovarsi
in un impasse con Carige.
Con il salvataggio messo in atto a fine 2019, scrive MF, Cassa
Centrale era entrata nel capitale della banca (oggi capitanata
dall'ad Francesco Guido) da socio industriale con una quota
dell'8,34%. La partecipazione avrebbe però potuto balzare all'88%
nel caso in cui fosse stata esercitata l'opzione di acquisto sui
titoli oggi detenuti dal Fitd. Il confronto tra i due azionisti si
è aperto alla fine dell'anno scorso ma è finito in breve tempo su
un binario morto. A metà marzo Ccb ha cosi ufficializzato al board
del Fitd il passo indietro giusticandolo con la «aleatorietà della
pandemia sul mercato, la sua imprevedibile evoluzione e i rischi
connessi a questo eccezionale scenario». Dopo gli sforzi profusi
negli anni scorsi per mettere in sicurezza gli anelli fragili del
sistema bancario è più che comprensibile che il Fitd non voglia
restare col cerino in mano.
Ma il compratore manca ancora all'appello. Nella data room
aperta a giugno (sotto la supervisione degli advisor Kpmg e
Deutsche Bank) avrebbero avuto accesso Banco Bpm e Credem assieme
ad alcuni fondi di private equity (si fanno in nomi di Bain,
Centerbridge e Apollo). Con altri istituti come Bper e Crédit
Agricole ci sarebbero stati contatti più informali, che però, anche
in questo caso, avrebbero dato esito interlocutorio. Al punto che
da qualche giorno ai vertici del Fitd si starebbe ragionando
sull'opportunità di «comprare tempo» e rinviare il deal quantomeno
all'autunno se non a inizio 2022. Si tratta ovviamente di una
scelta delicata, non solo perché le intese raggiunte con i
regolatori prevedevano una dismissione della quota entro il 2021
(in linea con i vincoli previsti dallo statuto del Fondo), ma anche
perché uno slittamento del deal farebbe perdere al compratore i
benefici fiscali legati alle dta. I recenti provvedimento del
governo hanno infatti previsto che la trasformazione delle dta in
crediti fiscali possa valere solo per le operazioni di m&a che
saranno approvate dai cda entro la fine di quest'anno. Va da sé che
un accordo raggiunto troppo a ridosso della scadenza difficilmente
potrà beneficiare di questo prezioso incentivo, che nel caso di
Carige potrebbe valere ben 1,3 miliardi.
rred/lab
MF-DJ NEWS
1508:23 lug 2021
(END) Dow Jones Newswires
July 15, 2021 02:25 ET (06:25 GMT)
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