I listini azionari statunitensi restano in rialzo stabile intorno al mezzo punto percentuale. Nel weekend ci sono stati elementi di distensione nelle trattative commerciali Usa-Cina, che vedranno iniziare domani la visita a Washington del vice-premier cinese Liu-He. Inoltre non è ancora da considerarsi del tutto esaurita la spinta positiva dei dati sull'inflazione, che hanno allontanato l'ipotesi di una piú aggressiva stretta monetaria della Fed.

Il Dow Jones è in rialzo dello 0,55%, l'S&P 500 dello 0,5%, mentre fa

meglio il Nasdaq Composite, a +0,73%.

La seduta è priva di dati macroeconomici significativi, ma sul fronte

commerciale è arrivata qualche schiarita. Inizierá domani la visita del

vice-premier cinese Liu He a Washington.

L'incontro che si è svolto in Cina negli scorsi giorni non sembra aver

portato a progressi significativi, ma da allora sembra che entrambe le

parti in causa abbiano abbassato i toni della loro contesa. Un'apertura

significativa è arrivata dal presidente Usa, Donald Trump, che non ha

escluso la possibilitá di un alleggerimento delle sanzioni verso la

societá cinese Zte, che sarebbe stata altrimenti costretta a sospendere

le sue attivitá.

"I mercati sperano" che l'inquilino della Casa Bianca faccia "un passo

indietro nel suo approccio basato sulla linea dura", afferma Rebecca

O'Keeffe, head of investment at Interactive Investor.

"I toni retorici sui temi commerciali sono stati abbassati così da

lasciare agli investitori la possibilitá di guardare altrove, come agli

ottimi dati sugli utili societari", spiega il capo strategist di Natixis

Investment Managers, David Lafferty.

Viraj Patel, analista di Ing, ha scritto in una nota come "in assenza di uno scenario apocalittico che destabilizzi la fiducia degli operatori in tutto il mondo, potremmo iniziare a vedere i mercati che imparano a convivere con Trump".

Intanto, sul fronte della politica monetaria, il presidente della

Federal Reserve di Cleveland, Loretta Mester, si è mostrata favorevole ad

ulteriori aumenti del costo del denaro poichè "con la politica fiscale

che è diventata espansiva, l'economia che cresce piú delle attese e

maggiori investimenti, il punto d'equilibrio dei tassi a breve termine

potrebbe anch'esso salire".

I continui riferimenti della banca centrale Usa alla crescita dei prezzi sono però oggetto di discussione. "In questi ultimi mesi la Fed sta discutendo dell'inflazione molto piú di quanto non facesse nel 2006, quanto questa cresceva a un ritmo molto piú rapido", scrive Torsten Slok, economista di Deutsche Bank Securities. I riferimenti all'inflazione sono stati piú frequenti nelle minute degli ultimi meeting e nel Beige Book, mentre la crescita dei prezzi si avvicina al target del 2%, rispetto a dodici anni fa, quando però l'obiettivo della Fed non era quello. "Una possibile interpretazione è che non ci siano sempre piú segnali di inflazione", spiega Slok, "mentre un'altra possibile spiegazione è che la Fed sia sempre piú preoccupata dall'inflazione senza che la veda necessariamente nei dati".

Sul fronte valutario, il cross euro/usd tratta a 1,1969, in calo dal massimo intraday a 1,1996. Sull'obbligazionario il rendimento del Treasury biennale è del 2,556%, mentre quello del decennale è del 2,991%.

lus/alb

 

(END) Dow Jones Newswires

May 14, 2018 10:42 ET (14:42 GMT)

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