Nessun timore che le big tech possano creare scompiglio nel mercato, ma l'annuncio di Apple Pay di offrire il servizio del buy now pay later (compra oggi e paghi domani) rateizzando l'acquisto a tasso zero, a partire dagli Usa e poi in Europa e Italia, ha alzato l'attenzione sulle disparità normative di cui beneficia oggi questo strumento. Nei fatti una concessione di credito, anche se a brevissimo termine, ma l'attuale disciplina stabilisce che le operazioni a costo zero concesse sotto forma di dilazione dal venditore, come sono in genere quelle di tipo buy now e pay later, non sono credito al consumo. Per questo non sono previsti gli stessi obblighi di informativa precontrattuale o di valutazione del merito creditizio e il rischio maggiore, sostiene Francesco Caso, direttore generale di Compass, società di credito al consumo del gruppo Mediobanca, è che «l'assenza di un analisi delle caratteristiche del cliente faccia aumentare i mancati rimborsi e crescere troppo il debito delle famiglie».

D. Il buy now pay later cresce in Italia. Compass lo offre da tempo ma le grandi banche sembrano spaventate dall'ingresso nel mercato di big come la società di Cupertino. Un timore giustificato?

R. Lo sviluppo di questo servizio è legato alla crescita dell'e-commerce ed è destinato a proseguire. Il credito al consumo tradizionale si è scontrato in rete con la complessità dei processi e alla fine si è sviluppata la modalità alternativa del buy now pay later. Come Compass quest'anno stimiamo un giro d'affari in questo settore di circa 70 milioni, tra canale fisico e online, che contiamo di più che raddoppiare il prossimo. Io non vedo grandi pericoli dalle big tech che tendenzialmente sviluppano in-house il buy now pay later fino a 3-4 rate per poi rivolgersi a società di credito al consumo per rateazioni più lunghe, quando il tema del credito diventa preponderante. Il problema, semmai, è che a volte viene offerto dalle fintech senza alcuna valutazione del merito creditizio. Mentre noi, che operiamo in particolare per rate superiori a tre, eseguiamo comunque un'attenta analisi del creditore, nell'interesse della banca e del cliente.

D. La nuova direttiva Ue sul credito al consumo sembra voler colmare l'assenza di regole nel buy now pay later ma entrerà in vigore non prima di 2 anni e, in ogni caso, la proposta messa a punto dal Consiglio europeo esclude la dilazione di pagamento quando non interviene una società di credito al consumo. Un assist per Amazon?

R. Credo che la dilazione di pagamento in due o tre rate e per importi modesti, offerta dal venditore, sia più un servizio di pagamento che un credito e per gli acquisti online c'è bisogno di processi più veloci e semplificati. Maggior rigore servirebbe, invece, come detto sulla valutazione del merito creditizio e, su questo aspetto i legislatori nazionali, volendo, potrebbero anticipare il regolatore Ue.

red

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1409:25 giu 2022

 

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