Tim: presto in cda dismissioni per 2 mld (Rep)
July 17 2019 - 3:00AM
MF Dow Jones (Italian)
Telecom Italia studia un piano di dismissioni da 2 miliardi:
potrebbe essere già illustrato al cda del primo agosto, quando il
gruppo delle tlc - assieme alla semestrale - dovrà recepire la
chiusura del cantiere con Vodafone per dare vita al colosso delle
torri e l'inizio di una trattativa per rilevare Open Fiber.
Lo scrive Repubblica aggiungendo che, a sette mesi dalla nomina
alla
guida della società, Luigi Gubitosi avrebbe deciso di
valorizzare alcune partecipazioni tra cui, oltre l'attività del
credito al consumo, anche i "data center" che sono stati ritenuti
non strategici. Si tratta di asset da cui Gubitosi stima di
realizzare circa un miliardo di euro, che si aggiungono al miliardo
che dovrebbero entrare nelle casse di Telecom da Inwit, la società
delle torri, per effetto del combinato disposto di dividendo
straordinario e cessione di una quota del 5% del nuovo gruppo.
Con le nozze tra Inwit e Vodafone, la società rifinanzierà circa
2,5 miliardi di debito di cui una parte importante sarà destinata a
una maxicedola. Il nuovo assetto azionario -che dovrebbe essere
annunciato tra una decina di giorni (probabilmente il 29 luglio
insieme alla semestrale di Inwit)- prevede che Tim e Vodafone
controllino il 25% della società delle torri, e cedano un 10% a un
nuovo partner.
Dalle dismissioni che verosimilmente dovrebbero perfezionarsi
tra fine 2019 e inizio 2020 (quando sarà operativa la nuova società
delle torri), Telecom conta dunque di racimolare 2 miliardi;
risorse che saranno destinate a ridurre i debiti e che
eventualmente potrebbero essere utilizzate per Open Fiber. In
proposito dopo aver firmato un
Nda ("No disclousure agreement", o patto di riservatezza) lo
scorso 20
giugno, Gubitosi potrebbe tornare in consiglio il primo agosto e
ricevere il disco verde per firmare un Mou ("Memorandum of
understanding", ovvero un accordo quadro) per entrare nel merito di
una trattativa più ampia e articolata.
C'è anche un altro fronte aperto: la nuova società della rete.
Fonti finanziare riferiscono al giornale che dopo l'interrogazione
parlamentare richiesta dai M5S sui bandi Infratel, anche le
valutazioni sulla società della rete controllata da Cdp e Enel al
50%, potrebbero richiedere più
tempo. Open Fiber non solo è indietro sui lavori dei bandi
Infratel, ma
sta pagando anche le penali per i ritardi accumulati sulla
presentazione dei progetti: il gruppo ha coperto solo 170 sui 3
mila comuni a fallimento di mercato, ma manca la documentazione o è
incompleta, tranne che su 13 comuni su cui sono stati fatti (o sono
in corso) i collaudi.
Tuttavia, Open Fiber ha precisato che attualmente sono aperti i
cantieri in 1.350 comuni delle aree Infratel, e che i "lavori
procedono spediti".
Se gli advisor di Tim valutano Open Fiber tra i 2,2 e 2,8
miliardi di euro (compresi i debiti di 800 milioni), il valore sarà
definito in funzione del perimetro della rete (le aree dei bandi
Infratel potrebbero
essere escluse) alla data della firma, nonché del prezzo a cui
verranno emesse le nuove azioni per rilevare il 50% di Cdp.
Infine, la semestrale che Gubitosi appresta a stilare si
presenta a due facce: se da una parte persiste la debolezza dei
servizi di telefonia
fissa a livello domestico, dall'altra il gruppo potrebbe
beneficiare del
credito fiscale in Brasile (3,3 miliardi di reais, circa 780
milioni di euro), dovuta alle perdite del gruppo Intelig, poi fuso
dentro la capogruppo carioca.
vs
(END) Dow Jones Newswires
July 17, 2019 02:45 ET (06:45 GMT)
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