Riduzione dei costi con la vendita della sede storica di

Palazzo Altieri, potenziamento delle sedi di Milano e Bruxelles, riduzione

del personale anche mediante esodi volontari.

Sono queste le principali direttrici intorno alle quali ruota il

business plan 2018-2021 dell'associazione, sul quale stanno lavorando i

consulenti di Pwc e che sarà approvato dal consiglio plenario già in

calendario per il 28 marzo alle 18h00. L'esigenza di una riorganizzazione

dell'Abi nasce dalla necessità di assecondare i cambiamenti dell'intero

sistema bancario.

L'idea di vendere la sede storica di rappresentanza di Palazzo Altieri,

nel cuore di Roma, segue quella delle principale banche italiane -tra

queste Unicredit e Bnl- di lasciare gli uffici al centro città per

trasferirsi in sedi più funzionali, più tecnologiche e meno costose.

Il potenziamento della presenza a Bruxelles, dove i dipendenti

potrebbero passare da 1 a 4, è legato alla necessità di rafforzare la

presenza dell'associazione a livello internazionale e soprattutto europeo.

Per contare di più in Europa e migliorare il dialogo con le autorità Ue e

la vigilanza Bce, il piano prevede la delocalizzazione di parte delle

attività da Roma a Bruxelles, che dovrà coprire anche Francoforte e Parigi

dove si trasferirà l'Eba. Più numerosa sarà la presenza dell'Abi a Milano:

i dipendenti che oggi sono 15 potrebbero diventare 50. Quanto alla

distribuzione delle attività tra Roma e Milano, nella capitale dovrebbero

rimanere quelle relative ai rapporti con le istituzioni. A Milano

potrebbero essere trasferite le strutture dedicate ai mercati finanziari e

agli associati. Sempre nell'ottica di una riorganizzazione delle attività

potrebbe essere valutata una diversa ponderazione delle riunioni degli

organi statutari che già ora si riuniscono sia a Roma che a Milano.

Sui costi, attualmente intorno ai 40 mln annui, si potrebbe arrivare a

regime a una riduzione intorno al 15-20%. Il risparmio potrebbe essere

realizzato con la riduzione dei dipendenti che potrebbe scendere dagli

attuali circa 240 a una cifra intorno ai 200 nel 2021, anche mediante

esodi volontari.

Il piano è stato esaminato ieri dal comitato esecutivo dell'Abi. Le

proposte, secondo quanto si apprende, sarebbero state accolte con favore

dai banchieri presenti anche se per i dettagli bisognerà attendere il

progetto definitivo che sarà varato dal consiglio.

La partecipazione all'esecutivo di ieri di Fabrizio Saccomanni

(presidente in pectore di Unicredit), Stefania Baratti (presidente di

B.Mps) e Giuseppe Tesauro (presidente di B.Carige) -che saranno eletti

nell'organo dell'Abi proprio dal prossimo consiglio- sarebbe legata,

secondo alcune fonti, alla presentazione della bozza del piano di

riorganizzazzione dell'Abi.

vs

 

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February 22, 2018 06:59 ET (11:59 GMT)

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