IL PUNTO SULLE BANCHE
July 10 2017 - 12:32PM
MF Dow Jones (Italian)
Il punto sulle maggiori partite bancarie
B.Carige
C'è ancora una volta il tema della governance al centro del
Board di domani di Banca Carige, l'istituto alle prese con un piano
di rafforzamento di 700 milioni di cui fino a 500 in aumento di
capitale, che si riunirá domani mattina. All'ordine del giorno c'è
la cooptazione di un consigliere; una mossa necessaria per
ripristinare i numeri e gli equilibri del Board. La pratica
potrebbe sembrare di rilevanza contenuta e invece ha agitato
azionisti e consiglieri. La scorsa settimana, infatti, si è acceso
lo scontro tra il primo socio (col 17,58% delle quote) Vittorio
Malacalza e il secondo azionista Gabriele Volpi (col 6%) il quale
lamentava uno squilibrio all'interno del consiglio a favore del
primo socio. Dei 14 membri presenti 11 appartengono infatti alla
lista Malacalza. Per capire la situazione occorre riavvolgere il
nastro e ricordare gli ultimi avvenimenti. Il 9 giugno scorso, il
Cda ha votato la sfiducia all'ormai ex ad Guido Bastianini, dietro
richiesta di Malacalza. La richiesta del primo socio ha diviso il
Board causando la dimissione di tre membri, due scelti proprio da
Volpi (Claudio Calabi e Alberto Mocchi). In precedenza erano giá
uscite anche Paola Girdinio ed Elisabetta Rubini. Per ristabilire
parzialmente il numero dei componenti del board (che dovrebbe
essere a 15), il cda ha cooptato, il 21 giugno, Francesca Balzani,
Stefano Lunardi e Ilaria Queirolo, oltre a Paolo Fiorentino, oggi
nuovo ad. Dei cinque consiglieri che mancavano ne sono quindi
rientrati quattro. Volpi aveva chiesto, tramite i suoi legali, che
fossero riaccolte in consiglio due persone da lui indicate: un
fatto non ancora avvenuto. Gli altri 3 consiglieri presenti (al
netto degli 11 della lista Malacalza), è bene ricordarlo, fanno
capo ad altre liste: Sara Armella (lista Spinelli), Remo Angelo
Checconi (cooperative) e Giulio Gallazzi (Assogestioni). Domani il
tema avrá quindi rilevanza in consiglio. Volpi avrebbe indicato una
donna. Una nomina che, se passasse, non solo farebbe da paciere tra
gli azionisti, ma permetterebbe anche di rispettare gli equilibri
in termini di quote rosa. Restando sul tema governance, in una fase
successiva, la banca dovrá probabilmente cooptare un altro
consigliere. Questo perchè nel Board è ancora presente Guido
Bastianini, l'ad sfiduciato. Quando quest'ultimo si dimetterá
occorrerá riempire questa casella. A quel punto potrebbe forse
entrare un altro uomo di Volpi. C'è però anche chi fa notare che in
una banca che conta il 70% del flottante ed è alla vigilia di
un'importante ricapitalizzazione gli investitori istitituzionali
(ad oggi rappresentati in Cda da un solo uomo) vorrebbero una
maggiore rappresentanza. Il Cda di domani parlerá ancora di aumento
e di Npl dopo la cessione del portafoglio da 938 mln. Pare ancora
presto tuttavia per stabilire la data dell'assemblea che dará il
via libera all'aumento.
Bper Banca
Dopo aver concluso la partita Carife, domani il Cda di Bper
Banca tornerá a discutere di un'altra possibile acquisizione:
quella delle quote detenute dalla ex Banca popolare di Vicenza e
dalla ex Veneto Banca in Arca Fondi Sgr. E' quanto ha riferito una
fonte a MF-Dowjones aggiungendo che c'è stata una profonda
interlocuzione con B.Popolare di Sondrio al fine di rivedere la
strategia sull'acquisizione del pacchetto azionario. 'Gli
interlocutori infatti sono cambiati, lo scenario è cambiato. Si sta
rivedendo il processo di vendita', spiega la fonte rispondendo 'sì'
alla domanda se il processo di vendita includa anche una nuova
asta. L'istituto era in trattativa come noto, insieme alla Popolare
di Sondrio, per rilevare il 40% attualmente detenuto dalla Popolare
di Vicenza e da Veneto Banca. I due istituti del Nord Est avevano
infatti necessitá di liquidare al piú presto le partecipazioni per
irrobustire la dotazione patrimoniale e dare un segnale forte alle
autoritá europee.
Poi il disegno di messa in sicurezza delle due realtá venete è
cambiato con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto che
'disciplina l'avvio e lo svolgimento della liquidazione coatta
amministrativa di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca
nonchè le modalitá e le condizioni delle misure a sostegno di
queste ultime in conformitá con la disciplina europea in materia di
aiuti di Stato'. Intesa Sanpaolo si fará carico di certe attivitá e
passivitá delle due banche a una cifra simbolica di 1 euro e in un
comunicato stampa la banca ha specificato che 'il perimetro oggetto
di acquisto include, oltre alle attivitá e passivitá selezionate di
Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, anche il contributo delle
partecipazioni in Banca Apulia e Banca Nuova, in Sec Servizi, in
Servizi Bancari e, subordinatamente all'ottenimento delle relative
autorizzazioni, nelle banche con sede in Moldavia, Croazia e
Albania'. Arca, quindi, rimane in vendita. La vicenda della Sgr è
infinita. Inizialmente si era ipotizzato una cessione tout court,
passando magari attraverso un fondo internazionale di private
equity. Alla fine però ha prevalso la soluzione italiana e i due
soci di riferimento di Arca si sono fatti avanti per assumere il
controllo. Proprio l'accordo tra Sondrio e Modena è stato l'aspetto
piú delicato della trattativa. A fine 2015, in un tentativo da
parte di Anima sgr di aggiudicarsi la Sgr, operazione che poi non
andò in porto, la valutazione dell'asset era tra 700 e 800 milioni
di euro. L'a.d. di Bper Alessandro Vandelli ha detto di recente di
considerare irrealistico ad oggi questo valore. 'Su Arca stiamo
cercando di completare le nostre riflessioni, oggi c'è uno scenario
diverso; anche perchè ci troviamo di fronte a un processo di
liquidazione coatta e amministrativa (delle due banche venete
ndr)', ha detto di recente Vandelli, in un'intervista concessa a
Class-Cnbc (tv del gruppo Class E. che assieme a Dowjones & Co
controlla questa agenzia). 'Dobbiamo quindi capire come verrá posto
in vendita e attraverso quali percorsi il 40% di Arca che fa capo a
Veneto Banca e Popolare di Vicenza. Detto questo ci vogliamo far
trovare pronti, è un'opzione da guardare con grande
attenzione'.
B. venete/Intesa
L'Antitrust ha deciso di non avviare un'istruttoria
sull'acquisizione di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca da
parte di Intesa Sanpaolo. L'operazione, spiega il bollettino
dell'Antitrust, 'non determina la costituzione o il rafforzamento
di una posizione dominante nei mercati interessati, tale da
eliminare o ridurre in modo sostanziale e durevole la concorrenza.
Vista la comprovata mancanza di interesse all'acquisizione dei rami
di impresa in oggetto da parte di altri operatori di mercato non si
ritiene che la concentrazione in esame sia idonea a pregiudicare
l'assetto concorrenziale dell'offerta in alcuno dei mercati
rilevanti'. Intanto proseguono intanto i lavori dell'Aula della
Camera dove si è conclusa la discussione generale sul
provvedimento. Il governo starebbe ancora cercando la quadra per
ampliare la platea dei risparmiatori da rimborsare. Le riflessioni
sono in corso e un accordo non sarebbe ancora stato trovato.
Bim
Entra nel vivo la cessione di Banca Intermobiliare (Bim). Mentre
cresce il pressing dei commissari liquidatori di Veneto Banca e
delle autoritá di Vigilanza bancaria per vendere nel minor tempo
possibile quella che è considerata la cassaforte dei risparmi della
borghesia piemontese, l'istituto ha avviato il processo formale con
l'allestimento della data-room attraverso cui metterá a
disposizione dei potenziali acquirenti un vasta quantitá di dati
riservati e confidenziali. E' quanto hanno riferito due fonti a
MF-Dowjones. Nonostante non sia prevista una scadenza perentoria,
l'obiettivo - ha aggiunto una di queste - è arrivare alla vendita
entro la fine del 2017. Entro il 31 dicembre l'auspicio è che il
processo di cessione sia concluso giá con tutte le autorizzazioni
del caso. La posizione di Bim, fino a pochi giorni fa controllata
da Quaestio Sgr (in quanto azionista pressochè unico di Veneto
Banca) al 71% direttamente e al 9% come pegno Consob, oggi è quanto
meno singolare. L'istituto di Montebelluna (insieme alla consorella
Bpvi) è stato infatti posto in liquidazione coatta amministrativa e
l'asset è stato escluso dal perimetro delle attivitá performanti
acquisite da Intesa Sanpaolo. Come ha sottolineato Bim in una
comunicazione ufficiale di qualche gorno fa, è errato accostare il
nome della banca alla galassia della bad bank in cui sono finiti
gli asset non performanti che lo Stato accompagnerá alla
liquidazione vera e propria. Per tutti i motivi ricordati occorre
essere celeri nel cambio di proprietá. I passaggi sono quelli
formali previsti da tutte le operazioni di questa natura: con
l'apertura della data-room sono attese le prime manifestazioni di
interesse; successivamente si arriverá alla definizione delle
offerte non vincolanti, poi di quelle vincolanti. Ufficialmente,
come detto, un timing ancora non c'è, ma si parla di pochi mesi.
Una deadline abbastanza stringente che potrebbe mettere in
difficoltá i venditori sul fronte del prezzo richiesto. L'istituto,
che ha chiuso il 2016 con una perdita di 93,3 mln (era di 19,88 mln
nel 2015), ha avviato nel 2017 un profondo processo di turnaround.
Da inizio anno la prima linea è stata in gran parte rinnovata: sono
cambiati 11 manager su 15. Avviato anche il processo di modifica
dell'outsourcing informatico e la cessione di Bim Suisse (per
quest'ultima è stato prorogato il periodo di esclusiva a Banca
Zarattini fino a fine luglio). I numeri del primo trimestre hanno
peraltro mostrato una certa verve a livello tendenziale. La perdita
di periodo si è ridotta a 2,033 mln e il margine di intermediazione
è cresciuto del 2% a 21,975 mln, pur a fronte di una raccolta
calata del 2,3% a 9,161 miliardi. Il
rapporto tra esposizioni deteriorate nette e crediti verso
clientela è salito leggermente al 36,4%, dal 35,1% di fine anno. Il
Cet1 fully a fine marzo è invece salito all'11,65% (11,52% a fine
2016), mentre il Total Capital Ratio è migliorato di 23 punti base
attestandosi all'11,54%.
red/cce
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July 10, 2017 12:17 ET (16:17 GMT)
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