Tim: sinergie su rete con Open Fiber salgono a 4,5-5 mld (Sole)
May 18 2022 - 2:42AM
MF Dow Jones (Italian)
Una cifra compresa in un range fra i 4,5 e i 5 miliardi. Eccole
le sinergie che deriverebbero dall'unione delle reti di Tim e di
Open Fiber (60% Cdp e 40% Macquarie). Questa almeno, a quanto
risulta al Sole 24 Ore, è la quantificazione dei benefici in
termini di capex e opex secondo i risultati dello studio frutto del
lavoro di consulenti privati che hanno rimesso mano alle risultanze
cui era approdato, un anno fa, il lavoro dei due advisor tecnici
(Italtel per Tim e Altman Solon per Open Fiber).
Allora lo studio era propedeutico alla due diligence del
progetto di conferimento, nell'allora pianificata newco delle reti,
delle risorse di rete di FiberCop (la società della rete secondaria
che l'ex monopolista controlla al 58%) e della wholesale company
all'epoca di proprietà di Enel e Cdp. Il progetto si arenò.
La situazione ora è, almeno sulla carta, più favorevole con il
cambio del controllo di Open Fiber: Cdp ora ha il 60% mentre
nell'ultima tornata di negoziazioni era in joint venture paritetica
con Enel. Dall'altra parte in Tim nei mesi scorsi è caduto il tabù
dello scendere in minoranza. Inoltre la separazione della rete è
un'ipotesi che appare ora centrale nel progetto tracciato a inizio
marzo dal nuovo ad Tim, Pietro Labriola di suddivisione della telco
in parte servizi (ServCo) e parte rete (NetCo).
In questo quadro si inserisce lo studio sulle sinergie che, a
quanto risulta al quotidiano, arriva al range di 4,5-5 miliardi che
è ben più alto di quanto stabilito un anno fa anche perché è il
perimetro a essere diverso. In quest'ultimo caso rientrerebbero la
rete primaria e secondaria di Tim oltre agli asset di Open Fiber.
Al momento resta fuori dal computo - perché del resto questo
sarebbe lo schema - il backbone che rimarrebbe all'interno della
società di servizi di Tim. Con il backbone (la scelta sarebbe
ancora in stand by in realtà) potrebbe cambiare qualcosa nei valori
che, comunque, il gruppo di consulenti ha fissato con la condizione
che tutto prenda corpo dal 2023. Andando avanti quei valori
diminuirebbero, ma non sarebbero state fatte simulazioni
alternative.
Questo il quadro nell'attesa di un memorandum of understanding
fra Tim e Cdp (azionista di controllo di Of e socia al 10% di
Telecom) di cui si è iniziato a parlare a inizio aprile, che era
atteso per il 30 aprile, ma che ancora non è arrivato. Nel
frattempo le cose si sono comunque evolute, con il venir meno delle
possibilità di Opa per Kkr seguito però a distanza dall'accordo
commerciale sulle aree bianche, ufficializzato venerdì, fra Tim e
Open Fiber dopo essere passato - a valle di un paio di settimane di
stop and go - dal Cda di una Fibercop che ha al 37,5% un fondo Kkr
che in questo frangente si è fatto sentire, acconsentendo
all'intesa commerciale ma solo sterilizzando il valore aggiuntivo,
che ne deriverà, ai fini della valutazioni di Tim e Open Fiber alla
base della fusione. Qui starà un nodo da sciogliere. Ma nel
frattempo si è capito che i due fondi Kkr e Macquarie, azionista di
Open Fiber, saranno chiamati a partecipare al tavolo. Anche,
secondo alcune indiscrezioni, con una possibile firma in calce a un
MoU come per presa visione di un accordo comunque da riempire di
contenuti. E lì sarà il vero banco di prova.
Quanto al timing del memorandum of understanding che dovrebbe
rappresentare il calcio d'inizio del lavoro per arrivare alla rete
unica, di certo c'è che giovedì 26 maggio è previsto un Cda di Tim.
Un Cda ordinario di Cassa Depositi e prestiti è a sua volta fissato
per il 24 maggio. La riunione del board di Tim, oltre al tema MoU
dovrebbe anche trattare lo stato dell'arte delle negoziazioni con
Dazn per la revisione del minimo garantito da 340 milioni l'anno
(sugli 840 milioni che la piattaforma versa annualmente alla Lega
Serie A per i diritti del massimo campionato). Le trattative vanno
avanti con il tramonto dell'esclusiva (della app Dazn su Timvision
a scapito degli altri set top box come Sky Q o Vodafone Tv) che
sembra da dare per scontato. Contropartita sarebbe uno sconto su
quel minimo garantito di 340 milioni annui che non ha prodotto gli
effetti sperati, ma ha invece condotto a profit warning per la
telco oltre a un accantonamento per complessivi 548 milioni di
euro.
Interessata all'evolversi della vicenda è Sky, ma secondo rumors
di mercato anche Amazon.
vs
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May 18, 2022 02:27 ET (06:27 GMT)
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