La commissione Finanze del Senato e il suo presidente, Mauro Maria Marino, al termine di ben due indagini conoscitive sulla crisi bancaria e le regole europee del settore hanno chiesto una revisione della Brdd, ossia della direttiva che ha introdotto il principio del bail-in.

Invece, scrive MF, il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble, il suo collega olandese Jeroen Dijsselbloem, che è anche presidente dell'Eurogruppo, e la presidente del Comitato di risoluzione unico (Srb), Elke König, un'altra tedesca, hanno detto pubblicamente che le norme da cambiare sono altre, ossia quelle sugli aiuti di Stato del 2013, che permettono ai governi nazionali di utilizzare nelle crisi bancarie anche il meccanismo del burden sharing (che mette in salvo sia i depositanti sia gli obbligazionisti senior) e soprattutto permette il ricorso alle leggi fallimentari nazionali.

Domanda. Schäuble, Dijsselbloem, König. Difficile che le loro siano solo opinioni in libertà, dette ai cronisti per riempire i giornali d'estate. Sembra che il fronte tedesco sia deciso a impedire che il salvataggio delle banche venete diventi il modello per le prossime crisi. Presidente Marino, è così?

Risposta. Tre indizi, secondo la regola aurea di Agatha Christie, sono già una prova, quindi direi di sì, ci stanno provando, ma non ci riusciranno. La Commissione Europea ha detto ufficialmente che le norme sugli aiuti di Stato non si cambiano e anche il presidente della Commissione per i problemi economici e monetari al Parlamento Europeo, Roberto Gualtieri, ha chiarito che sarebbe un errore irrigidire le regole europee sulla gestione delle crisi bancarie.

red/cce

 

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August 11, 2017 02:39 ET (06:39 GMT)

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