Tra i sei figli di Leonardo Del Vecchio non è solo Leonardo Maria, il ventisettenne quartogenito dell'imprenditore milanese degli occhiali appena scomparso, a lavorare per il colosso EssilorLuxottica (ex bocconiano, dal 2017 è ceo della controllata Salmoiraghi-Viganò). Secondo documenti societari relativi a Luxottica srl consultati da Milano Finanza, anche la sessantatreenne secondogenita Marisa, nata dal primo matrimonio di Del Vecchio con Luciana Nervo, lavora per il gruppo come direttrice del museo dell'ottica di Agordo, creato nel 1991 per ospitare una collezione di oggetti originali fin dal '600 che illustrano la storia dell'ottica. Luxottica Srl è la controllata presieduta da Luigi Francavilla, storico collaboratore di Del Vecchio, e amministrata da Giorgio Striano che con 10,1 milioni di capitale sociale ha come socio unico Luxottica Group. Si occupa del core business di produzione di montature per occhiali da vista e da sole completi di lenti.

A differenza del primogenito Claudio, classe 1956 che è quello che tra i figli di Del Vecchio ha sempre cercato di seguire le orme del padre (è stato consigliere del cda Luxottica fino al 2015 mentre negli Stati Uniti da imprenditore ha rilevato e cercato con poca fortuna di rilanciare l'iconico marchio Brooks Brothers), Marisa e la sorella Paola, di tre anni più giovane (anche loro figlie di primo letto), hanno sempre partecipato da lontano, molto riservate, alla vita dell'azienda di famiglia, presenziando solo alle assemblee in quanto azioniste. Come il fratello Claudio, però, Marisa è stata in cda di Luxottica fino al 2001 e dal 2016 risulta anche procuratrice di Luxottica srl con una serie di poteri, come la possibilità di stipulare contratti fino a 300 mila euro, da esercitarsi nell'ambito della sua attività di direttrice del museo dell'ottica.

Fra la prole del secondo uomo più ricco d'Italia (con un patrimonio di oltre 25 miliardi di dollari), i volti di Claudio e di Leonardo Maria, nato dalla relazione con la moglie Nicoletta Zampillo, sposata due volte, una nel 1997 e un'altra nel 2010 dopo il divorzio del 2000, sono quelli più noti. Entrambi sono apparsi più volte nelle cronache finanziarie. Negli ultimi anni Claudio, che si è trasferito giovanissimo negli Usa anche per studiare da vicino il sistema della distribuzione per Luxottica (vive tutt' ora con la famiglia nel New Jersey, a mezz' ora di treno da New York), ha dovuto passare la mano in Brooks Brothers, vendendo per 325 milioni di dollari il brand alla cordata americana Sparc Group e Authentic Brands. Il primogenito di Del Vecchio aveva rilevato il gruppo nel 2001 dal colosso Marks & Spencer, tentandone il rilancio senza l'aiuto del padre e passando anche momenti difficili come il crollo delle Torri Gemelle e la crisi di Lehman Brothers. Inesorabile avanzata del pret-a-porter, boom dello shopping online, Covid e smart working hanno messo in ginocchio il marchio, costringendolo ad aderire alla procedura di concordato fallimentare per salvare l'azienda e cercare una nuova proprietà con le spalle sufficientemente larghe per avviare la ristrutturazione e garantirne la sopravvivenza.

Leonardo Maria, invece, fresco di nozze da favola a Saint-Tropez con la modella Anna Castellini Baldissera e già attivo in alcune avventure imprenditoriali nel food come raccontato da MF-Milano Finanza, è quello che qualcuno indica come il più propenso tra i figli a percorrere le orme del padre nel business dell'occhialeria. Dopo la laurea in Bocconi e un periodo di studio post-universitario negli States e in Inghilterra, il quarto figlio del fondatore di Luxottica è tornato a Milano per lavorare nell'azienda di famiglia, mostrando passione per la gestione retail. Come il rampollo, anche il fratello Rocco Basilico, il trentaduenne primo figlio di Nicoletta Zampillo nato dal matrimonio con il pioniere degli hedge fund italiani, Paolo Basilico, è a capo di una controllata della «galassia Essilux»: nella società dal 2013, Basilico guida la divisione smart glasses di Luxottica, ma è anche ad di Oliver Peoples, il brand di lusso del gruppo. Poco si sa infine degli ultimi due figli di Leonardo Del Vecchio, Luca e Clemente, rispettivamente classe 2001 e 2004, avuti dalla ex compagna Sabina Grossi, a quei tempi investor relator di Luxottica. Vista la giovane età, non ci sono grandi tracce nelle cronache: il più grande frequenta la Bocconi, mentre il secondo ha frequentato la prestigiosa scuola privata milanese Leone XIII.

Tutti e sei gli eredi diretti di Del Vecchio, però, sono seduti in parti uguali su un patrimonio personale di oltre tre miliardi di euro, grazie al possesso del 12,5% di Delfin, la cassaforte di famiglia dentro cui sono custoditi il 32,2% del capitale di EssilorLuxottica, il 27,2% di Covivio, il 19,4% di Mediobanca, il 9,82% di Generali e l'1,92% di Unicredit. Gruppi la cui capitalizzazione complessiva di mercato vale circa 80 miliardi. Ma, secondo le regole dello statuto fissate da Del Vecchio, all'interno della scatola societaria è stata disegnata una netta separazione fra proprietà e gestione. Non solo per l'unanimità necessaria fra i diversi eredi (il 25% di Delfin è in mano poi alla Zampillo) per le deliberazioni in assemblea, ma anche per la presenza in cda di cinque consiglieri a cui è stato attribuito un incarico a vita, configurazione che blinda gli assetti della governance.

Dopo l'apertura del testamento, al posto di Del Vecchio entrerà nel board il delfino Francesco Milleri, il ceo-presidente di Essilux che l'imprenditore ha voluto nel 2021 a capo del colosso dell'occhialeria. Gli altri quattro consiglieri sono il manager di fiducia Romolo Bardin, ceo di Delfin ed ex Generali, il notaio milanese Mario Notari che ha curato molte operazioni societarie per il gruppo e che siede anche nel board di Essilux, l'avvocato lussemburghese Aloyse May e Giovanni Giallombardo, entrato in Delfin nel 2013. May, nel board dal 2015 è il tecnico del gruppo, con studio nel Granducato serve anche per risolvere o interpretare le pieghe della legge. Mentre Giallombardo è l'uomo di Del Vecchio in Lussemburgo, territorio che conosce bene in quanto cresciuto professionalmente in Unicredit Luxembourg, di cui è direttore generale. È inoltre presidente di Luxair, compagnia di bandiera del Lussemburgo che vede tra i soci proprio Delfin (13%).

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