"La Brexit e l'operazione di Refinitiv hanno sollevato una serie di domande a livello governativo e dei regolatori sulle prospettive del gruppo Borsa Italiana all'interno del London Stock Exchange. Fino ad oggi lo sviluppo della Borsa e del gruppo Borsa Italiana è stato positivo e gli investimenti non sono mancati negli ultimi dieci anni. Ora c'è più incertezza sul futuro perché la Brexit mette una serie di punti interrogativi che sono sotto la lente dei politici e di chi governa".

Lo ha affermato Raffaele Jerusalmi, a.d. di Borsa Italiana, commentando le indiscrezioni su Refinitiv e sul futuro del London Stock Exchange ai microfoni di Class-Cnbc, televisione del gruppo Class E. che insieme a Dowjones&Co. controlla questa agenzia.

"Mi limito a guardare che cosa accade, non ho informazioni particolari. Certo è che la Brexit non era prevedibile e oggi la realtà è cambiata".

La privatizzazione della società avvenne proprio nel 2007 sotto la regia di Jeruslami quando si decise la fusione con la Borsa di Londra dando vita al London Stock Exchange Group che oggi conta complessivamente 2.370 società quotate (370 su Borsa Italiana e 2.000 su Lse). Nel dettaglio Lseg plc possiede il 100% di Lsegh Italia spa che possiede Borsa Italiana Spa che a sua volta detiene Monte Titoli e CC&G al 100% e MTS al 60,4%.

Molti osservatori hanno già messo l'accento sul fatto che avrebbe poco senso che Borsa Italiana continuasse il percorso insieme a un gruppo inglese, bandiera di un Paese che presto seguirà un percorso autonomo, uscendo dall'Ue che rimarrà invece la "casa" dell'Italia e quindi di Borsa I.

Negli ultimi mesi sono poi apparse sulla stampa diverse speculazioni su un possibile cambio di proprietà. In base alle ultime dichiarazioni ufficiali dello scorso febbraio il London Stock Exchange non intende al momento vendere Borsa Italiana.

cce

 

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May 29, 2020 12:33 ET (16:33 GMT)

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