A fronte di un calo del 63% del numero totale degli attraversamenti irregolari lungo le principali rotte migratorie nel 2017, gli sforzi collettivi volti a proteggere le frontiere esterne della Ue, cooperare con i paesi partner per affrontare le cause profonde della migrazione irregolare, migliorare la protezione dei migranti e vincere la lotta contro i trafficanti stanno portando a risultati concreti.

La Commissione europea e l'alto rappresentante, si legge in un comunicato, chiedono ulteriori azioni concertate da parte della Ue, degli Stati membri e dei paesi partner per progredire parallelamente e mantenere l'intensità degli sforzi della Ue su tutti i fronti e, in tal modo, gestire meglio la migrazione.

"Stiamo uscendo gradualmente da una situazione di crisi e stiamo ora gestendo la migrazione in uno spirito di partenariato e di responsabilità condivisa - ha affermato Dimitris Avramopoulos, commissario per la Migrazione - A fronte degli oltre 34.400 nuovi impegni di reinsediamento finora ricevuti, mi compiaccio del fermo impegno dimostrato dagli Stati membri nel ridurre le rotte migratorie irregolari e pericolose e favorire percorsi sicuri e legali, dando prova di solidarietà con i Paesi di accoglienza al di fuori della Ue."

Il programma di reinsediamento della Ue adottato nel luglio 2015 dovrebbe concludersi con risultati positivi; nel contempo, i reinsediamenti nell'ambito della dichiarazione Ue-Turchia continuano ad un ritmo costante: le persone reinsediate dall'avvio dei programmi sono state in tutto più di 25.700. In settembre la Commissione ha varato un nuovo programma mirante al reinsediamento, entro l'ottobre del 2019, di almeno 50.000 rifugiati più vulnerabili, in particolare lungo la rotta del Mediterraneo centrale. Ad oggi sono pervenuti oltre 34.400 impegni da parte di 16 Stati membri.

A distanza di due anni, il meccanismo di ricollocazione sta volgendo positivamente al termine, con appena 750 e 3.100 ricollocazioni circa ancora da effettuare, rispettivamente, in Grecia e in Italia. Ad oggi sono state ricollocate oltre 31.500 persone. Se quasi tutti gli Stati membri hanno rispettato i loro obblighi giuridici, la Repubblica ceca, l'Ungheria e la Polonia non hanno finora adottato alcuna misura per rispondere alle rimostranze formulate nel parere motivato della Commissione del mese di luglio e, pertanto, le procedure di infrazione nei loro confronti sono ancora in corso.

Affinché il Fondo fiduciario della Ue per l'Africa possa continuare a finanziare programmi, sottolinea la Commissione, gli Stati membri devono aumentare i rispettivi contributi finanziari. Per quanto riguarda il reinsediamento gli Stati membri dovrebbero continuare ad impegnarsi per raggiungere l'obiettivo di almeno 50.000 posti, così da avviare la pianificazione di processi di reinsediamento concreti, anche a sostegno del meccanismo di evacuazione dalla Libia in cooperazione con l'Unhcr, e approvare le procedure operative standard applicabili al programma volontario di ammissione umanitaria messo a punto dalla Commissione e dalla Turchia.

Quanto al rimpatrio, i cui tassi sono ancora insoddisfacenti a livello di Unione europea, è necessario l'impegno di tutti per garantire che si compiano progressi concreti. Da parte loro, gli Stati membri sono invitati a raccogliere e fornire dati più accurati in materia di rimpatri che consentano di valutarne meglio l'efficacia e di stabilire in quali ambiti l'assistenza della guardia di frontiera e costiera europea potrebbe rappresentare un utile contributo.

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November 15, 2017 11:23 ET (16:23 GMT)

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