Ambiente: smart cities, Cremona più tech d'Italia ma resta nodo competenze (MF)
October 28 2022 - 3:21AM
MF Dow Jones (Italian)
Le città del futuro sono forse più vicine di quanto si pensi:
dai sensori per i parcheggi alle telecamere per il people counting,
dai sistemi di illuminazione intelligente a sistemi di monitoraggio
di traffico o qualità dell'aria. Qual è lo stato dell'Italia?
Venezia, Milano, Genova, Bari e Roma offrono insieme oltre la metà
dei servizi di livello avanzato, ma al vertice della classifica c'è
Cremona.
I dati, scrive Milano Finanza, emergono dallo studio «Smart
Cities, a che punto siamo nel percorso verso città a prova di
futuro» realizzato dall'Istituto per la Competitività (I-Com)
nell'ambito di Futur#Lab, progetto promosso da I-Com e Windtre, in
collaborazione con Join Group e con la partnership di Ericsson e
Inwit. Di fatto, lo sviluppo delle smart cities è a buon punto,
soprattutto nei grandi comuni del Nord Italia. Restano però alcune
criticità. Le risorse messe a disposizione dal Pnrr per la
digitalizzazione sono sufficienti e gli obiettivi chiari, ma resta
il problema della scarsità di competenze e dello scarso utilizzo
del paternariato pubblico privato.
I-Com ha condotto un'analisi qualitativa sullo stato dell'arte
delle iniziative messe in campo dai principali comuni capoluogo
delle città metropolitane italiane. I pareri delle città
interpellate sono stati unanimi sul fatto che le risorse messe a
disposizione dal Piano per la digitalizzazione sono sufficienti e
ci sia chiarezza su come utilizzarli. A tal proposito, un aspetto
evidenziato riguarda la gestione dei bandi e dei finanziamenti da
parte dei comuni più piccoli, che spesso sono anche quelli che
registrano progressi più lenti in ambito digitalizzazione. Tra le
criticità c'è invece la gestione contabile dei progetti. Infatti
l'adozione di tecnologie innovative per la Pubblica Amministrazione
(come ad esempio il passaggio al cloud) spesso ricade nella spesa
corrente ed è soggetta a vincoli. In quest' ottica, la previsione
di uno status speciale per particolari spese in servizi digitali
innovativi al di fuori della classica spesa corrente potrebbe
essere utile per favorire una più ampia adozione di tecnologie
innovative da parte degli enti pubblici, con risvolti positivi in
termini di numerosità e qualità di servizi digitali offerti a
cittadini e imprese.
Ancora più prioritaria è l'esigenza di immettere nelle
amministrazioni pubbliche anche locali nuovo personale,
anagraficamente più giovane e in possesso di expertise diverse e
più specializzate rispetto a quelle esistenti. Senza però
trascurare la necessità di una massiccia operazione di upskilling e
reskilling del personale attualmente in servizio, la cui
produttività deve aumentare di molto per far fare alla PA e in
particolare a quella territoriale il salto in avanti necessario.
Inoltre, come detto il partenariato pubblico privato può giocare un
ruolo determinante. La creazione di un ecosistema smart passa anche
attraverso collaborazioni con le università e partnership con
organizzazioni private. Secondo i dati pubblicati dall'AgID, dal
2013 al 2019 le pubbliche amministrazioni italiane hanno esperito
80 gare d'appalto innovative, per un totale di 470 milioni: una
goccia nel mare delle gare svoltesi nello stesso periodo.
Lo studio evidenzia come il cardine su cui si fonda la
realizzazione di una smart city sono le reti tlc. In particolare un
ruolo di primaria importanza è giocato dal 5G. Secondo le
previsioni del Gsma, le reti 5G porteranno un contributo
all'economia mondiale di circa 960 miliardi di dollari entro il
2030. Stando all'analisi condotta da Dla Piper, l'applicazione del
5G con il più alto potenziale di crescita nel prossimo futuro è
relativa proprio alle smart cities (22%), seguita dall'IoT (16%) e
dal media & entertainment (16%). Altre tecnologie abilitanti
sono sicuramente l'Internet of Things (IoT), il cloud e
l'intelligenza artificiale (IA)
alu
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MF-DJ NEWS
2809:05 ott 2022
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October 28, 2022 03:06 ET (07:06 GMT)
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