B.Mps: consorzio vuole rinvio aumento (MF)
October 07 2022 - 2:53AM
MF Dow Jones (Italian)
Stenta a decollare l'aumento di capitale da 2,5 miliardi di Mps.
All'interno delle banche che compongono il consorzio di garanzia lo
scetticismo cresce. Il pool capitanato da Mediobanca, Bofa, Citi e
Credit Suisse teme una debole risposta da parte del mercato
chiamato a sottoscrivere 900 milioni, ovvero la parte che il Tesoro
non può coprire, e quindi una quota molto alta di azioni
inoptate.
Le preoccupazioni, scrive MF-Milano Finanza, sono emerse nel
corso dell'incontro al ministero dell'Economia di mercoledì 5 e
ancora ieri i banker hanno evidenziato a Siena le difficoltà nel
convincere investitori ad entrare in un'operazione che vale 8 volte
l'attuale capitalizzazione di Mps e a prezzi considerati "a premio"
rispetto a istituti simili quotati in borsa. I tempi ormai si fanno
stretti: l'operazione deve partire entro il 17 per potersi chiudere
per il 12 novembre. Il fine settimana sarà dunque caldissimo per il
Montepaschi. Lo sforzo della banca e dell'amministratore delegato
Luigi Lovaglio sarà quello di raccogliere quante più adesioni
possibili.
A farsi strada però tra le banche che hanno firmato solo il
pre-underwriting agreement (cioè l'accordo non vincolante alla
garanzia) è l'opzione di rinviare l'offerta a un momento di mercato
più favorevole. La prossima finestra utile potrebbe essere quella
di dicembre che, se sfruttata, consentirebbe di chiudere la
ricapitalizzazione entro l'anno.
Un indizio che si possa andare in questa direzione viene da una
riunione che il Comitato per gli affari sindacali dell'Abi avrebbe
convocato lunedì 10. Sul tavolo ci sarebbe l'estensione oltre la
scadenza di fine novembre dell'assegno straordinario che dà diritto
per i prepensionati del settore bancario a uno scivolo di sette
anni. Ciò consentirebbe a Mps di spostare in avanti gli oltre 3.500
esuberi del piano industriale e quindi anche il reperimento delle
risorse necessarie per finanziarli.
Se gli indizi ci sono, il rinvio non è ancora certo. Non solo
perché le banche vogliono evitare strappi con il Tesoro, ma anche i
sondaggi dei potenziali investitori proseguono senza sosta.
L'accordo con Axa sarebbe in dirittura di arrivo. E Lovaglio sta
spingendo sui fondi tra cui Melqart, Pimco, AcomeA, Amundi e
Algebris.
Alcuni di questi sono titolari di bond subordinati Mps tra i
quali. Oggi questi titoli quotano al 50-60% del nominale e
andrebbero incontro a pesanti perdite in caso di burden sharing.
Meglio dunque, è il ragionamento, sottoscrivere le azioni con una
perdita iniziale ma far recuperare valore ai bond.
Insomma una specie di dilemma del prigioniero: rispedire al
mittente le proposte della banca rischiando di vedersi bruciare i
subordinati o accettare la scommessa dell'aumento. Ma c'è un piano
B? Al Tesoro sono in corso approfondimenti per evitare un salto nel
vuoto. L'idea sarebbe quella di un'operazione di sistema
incardinata su alcune delle maggiori banche italiane. I due scenari
su cui si specula vedono da un lato uno spezzatino di Mps con la
partecipazione di Intesa Sanpaolo, Bper-Unipol e Mcc; dall'altro
lato la confluenza di Siena in un terzo polo composto da Banco Bpm
e dalla stessa Bper. I banchieri tuttavia si sono sempre mostrati
molto freddi sul dossier Mps. Se il ceo di Intesa Sanpaolo Carlo
Messina ha sinora escluso categoricamente operazioni di m&a,
ancora ieri il ceo di Banco Bpm Giuseppe Castagna si è tirato fuori
da ogni interesse su Siena: "Facciamo i nostri migliori auguri" a
Mps per l'aumento. Ma se ci fosse una crisi imminente, le strategie
potrebbero cambiare.
red
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0708:36 ott 2022
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