Aspi: Benetton, volevano esproprio fin da primo momento (CorSera)
July 16 2020 - 3:10AM
MF Dow Jones (Italian)
"Non mi sorprendono gli interessati attacchi politici di persone
senza qualità. Mi indigna la sistematica opera di
demonizzazione
del nome della nostra famiglia, promossa dai vertici dello
Stato. Mai mi
sarei aspettato certi termini e certi toni pubblici dal premier
Conte e da alcuni suoi ministri». Al termine della lunga notte
dell'accordo su Autostrade, vissuto "come il tentativo di un
esproprio fin dal primo istante", Luciano Benetton si sfoga con i
famigliari e i collaboratori più stretti. A 85 anni vede crollare
il suo impero costruito assieme alla sorella Giuliana, ai fratelli
Gilberto e Carlo, morti due anni fa.
A chi gli è vicino in queste ore, scrive Repubblica, confida di
essere "prostrato da una gravissima sofferenza personale, ma ancora
deciso a combattere". A preoccuparlo, più ancora del dossier
Aspi-Atlantia, sono "le conseguenze umane, occupazionali e
finanziarie di un accanimento istituzionale che i protagonisti
della vita pubblica dovrebbero al contrario moderare".
"Ci stanno trattando peggio di una cameriera. Chi caccia una
domestica da casa è obbligato a darle quindici giorni di preavviso.
A noi, che per mezzo secolo abbiamo contribuito al boom economico
dell'Italia, intimano di cedere i nostri beni entro una settimana.
Non possiamo accettare di essere trattati come ladri, dopo aver
distribuito tanta ricchezza e tanta cultura, non solo economica",
si sfoga nel pomeriggio con chi va a trovarlo. A "devastare tutta
la famiglia", è "la demolizione del nome e del marchio Benetton,
che la politica via social getta irresponsabilmente in pasto alla
propaganda e al populismo". "Da un Di Battista qualsiasi - si sfoga
Luciano - nessuno si aspetta prudenza e dignità: da un presidente
del Consiglio e da una forza di governo come i Cinque Stelle, che
guidano la seconda potenza esportatrice dell'Europa, le si
pretende". Nessuno, in casa Benetton, nega oggi "i molti errori
compiuti, a partire dalla fiducia totale riconosciuta ai manager
scelti da Gilberto per permettere alla famiglia di fare solo
l'azionista". La "grande prostrazione" deriva però dai "troppi
opportunismi" delle ultime ore, dopo che "nessuno aveva più nulla
in contrario a scendere in minoranza in Atlantia e in Aspi". Perché
allora, domandano figli di Luciano, Giuliana e Gilberto, "un simile
immotivato accanimento contro di noi, che brucia valore senza
preoccuparsi delle sue conseguenze?". Con Gianni Mion, amico della
prima ora, richiamato alla presidenza di Edizione dopo la morte di
Gilberto "distrutto dalla tragedia del ponte Morandi", Luciano in
serata
si lascia andare anche ai ricordi. "Trent'anni fa - confida -
all'aeroporto di Los Angeles un poliziotto mi riconobbe dal
passaporto e mi chiese a bruciapelo quanti negozi avessi aperto
quel giorno. A Montreal una signorina del check-in non voleva
credere di trovarsi davanti Gilberto. Nel 2000 la direttrice del
New Yorker ci invitò a pranzo nella sua casa di Manhattan per
sapere cosa pensasse del mondo la famiglia Benetton, icona dello
stile e del successo italiano. All'estero ci rispettano e non
capiscono perché un grande gruppo privato, sconvolto da una
tragedia che tocca alla magistratura chiarire, viene fatto a pezzi
da uno Stato che ha sempre sostenuto, mentre il Paese affonda in
una crisi senza precedenti".
Dalla galassia Benetton dipendono oggi 7 mila persone. L'urgenza
lasciata da Gilberto è "trovare un partner prima che sia troppo
tardi". L'incubo adesso è fare la fine di Stefanel, o dei Marzotto,
altre grandi famiglie Venete e altri marchi globali incapaci di
sopravvivere a successioni, interessi bancari, crolli azionari e
concorrenza delle multinazionali. Per questo Luciano si guarda bene
dal chiedere "assoluzioni sommarie" per il ponte Morandi, che
definisce "la più grande tragedia della mia vita".
Non riesce invece ad accettare "di essere insultato come uomo e
come
imprenditore" che al tramonto della propria esistenza "è
costretto ad
assistere al disfacimento di ciò che ha costruito", partendo dal
bagagliaio di un'utilitaria pieno di maglioni colorati venduti per
strada. "Ad affrontare certi problemi - ammette infine - non ero
preparato".
vs
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July 16, 2020 02:55 ET (06:55 GMT)
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